2019

Tatuaje Havana VI Nobles

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Tatuaje Havana VI Nobles
Nicaragua

Nicaragua

MEDIUM-FULL body

Intensità MEDIUM-FULL

Costo medio

Costo medio**

**medio: da 7 a 10€

Ring Gauge 50

RING GAUGE 50

Complessità Media

Complessità Media

Fumata di Media durata

Fumata di Media durata*

*media: 60 - 90 min

Lunghezza

  • 5″ / 127 mm

Anatomia

Fascia Ecuador Habano
Sottofascia Nicaragua
Ripieno Nicaragua

 

Valutazione

MOLTO BUONO

MOLTO BUONO

La fumata

Un sigaro dalle espressività classica con una base di terra e pelle, legno di sottofondo, che si intensifica durante la fumata arrivando ad una sorta di crème brulée. Un blend intrigante che chiude con un finale tostato, carnoso e poco speziato di lunga permanenza.

Una fumata stregante, oscura a cui manca solo uno “zing” in più per spiccare il volo e toccare l’anima indelebilmente. Non è il solito sigaro con DNA Pepin, è diverso ma la fumata è appagante, gustosa e dialoga con il nostro lato trasgressivo. Trasgressivo ma anche emozionale che val la pena di riscoprire, una volta tanto, per uscire dai soliti schemi preconfezionati.

Riconoscimenti

2014

ECCELLENTE

Eccellente

Con il brand Tatuaje ho sempre avuto un rapporto contrastante, forse non è nelle mie “corde”, perchè ogni volta che li fumo non mi convincono mai fino in fondo ma dopo poco tempo ne sento comunque la mancanza e li vorrei rifumare. Volenti o nolenti stregano e, come ogni stregoneria che si rispetti, cattura l’anima rendendovi “seguaci” di Pete il dannato .

Il successo del brand originale Seleccion De Cazador (Brown label) della Tatuaje di Pete Johnson lo spinge a cercare qualcosa di nuovo, tutti lo chiedevano a gran voce così nel 2007 arriva la linea Havana VI detta anche “Red label”. Entrambe le linee “Brown & Red” sono dei puro Nicaraguensi confezionati da Don Pepin Garcia ma la linea Havana VI è interamente prodotta presso la manifattura My Father Cigars in Nicaragua. La Brown label invece alterna produzioni My Father Nicaraguensi a sigari confezionati a Miami presso la manifattura di Pepin “El Rey De Los Habanos”.

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Differenze? Sostanziali ma non a livello di manifattura. Gli Havana VI non sono e mai saranno “full body” e speziati come i Brown label piuttosto di corpo medio, forza media e abbastanza aromatici. Pur essendo degni compagni della linea “Brown” inspiegabilmente non hanno mai conquistato il cuore dei seguaci Tatuaje, sono restati in una sorta di limbo ingiustificato e non lo meritano affatto perchè sono delle fumate degne di nota e parecchio gustose.

Stregano affermavo prima ed il Nobles, un Robusto classico nelle dimensioni, lo fa fin dal primo approccio fisico con dei particolarissimi sentori di caffè tostato, legno e cacao in un mix mai sentito prima. Un sigaro che incanta tremendamente ma lo fa ancora di più alle prime boccate da spento rivelandosi una ricetta da stregoni unica, una pozione che mi sorprende con una incredibile connotazione di cappuccino.

Sembra di sorseggiarne veramente uno ed il palato viene avvolto da una inspiegabile cremosità persistente che mi fa indugiare con il sigaro spento fra le labbra, soggiogato da questo meraviglioso incantesimo dimenticando che, dopotutto, dovrei anche fumarlo.

La risposta alla mia torcia dello stregone rossiccio e ben vestito non si fa attendere, scatena da subito i suoi poteri con una sferzata pepata che schiaffeggia la mia anima ma la carezza allo stesso tempo con una cremosità accentuata. La sferzata si spegne immediatamente e lui parte gentile nella sua espressione di legno e caffè di sottofondo, un caffè speziato che all’aumentare del braciere cresce di intensità e alla fine le spezie prendono il sopravvento.

Poi cambia mantello, cambia stregonerie e le note aromatiche che provengono dal braciere si trasformano regalando una base di terra e pelle, con legno di sottofondo, che rinforza la fumata arrivando ad una sorta di crème brulée commovente, quasi aromatizzata con Rum e la mia anima si perde definitivamente nelle sue volute oscure, ancestrali e magiche. Un blend intrigante e perverso allo stesso tempo che si chiude con un finale tostato, carnoso e poco speziato di lunga permanenza.

Una fumata stregante, oscura e anche un po’ perversa a cui forse manca solo uno “zing” in più per spiccare il volo e toccare l’anima indelebilmente. Non è il solito sigaro con DNA Pepin, è diverso ma la fumata è appagante, gustosa e dialoga con il nostro lato trasgressivo. Trasgressivo ma anche emozionale che val la pena di riscoprire, una volta tanto, per uscire dai soliti schemi preconfezionati.

Un difetto? Lo si fuma fino a scottarsi le dita ma brucia così velocemente che dura quanto uno short robusto. Ma sarà veramente un difetto? Io ne accenderei subito un altro…

AUTORE

Andrea Zambiasi

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