
Nicaragua

Intensità MEDIUM-FULL

Costo alto**
**alto: oltre i 15€

RING GAUGE 60

Complessità Medio Alta

Fumata di lunga durata*
*lunga: oltre 90 min
Lunghezza
- 6″ / 152 mm
Anatomia
Fascia | Nicaragua Criollo |
Sottofascia | Nicaragua |
Ripieno | Nicaragua |

Valutazione

MOLTO BUONO
La fumata
Un vecchio adagio recita: “il mondo è bello perchè è vario”, a significare che la varietà, l’originalità, la novità, fa apprezzare di più le cose. Una verità sacrosanta.
Alcuni “menapirla” però, come spesso accade, convinti di essere simpatici e brillanti (invece possiedono solamente un’overdose di ironia spicciola) storpiano questa briciola di verità in: “il mondo è bello perchè è avariato”. Che per carità è anche vero e ci può anche stare ma ne snatura il vero significato. Lasciamo perdere…
Nel mondo dei sigari la varietà e l’originalità, caratteristiche che lo rendono di fatto bello e interessante, hanno le sembianze di fascette, foggie strane, fasce bicolori e misure fuori dell’ordinario.
Se parliamo di fogge originali il premio spetterebbe di diritto agli storici Alec Bradley Trilogy di foggia triangolare, ma non essendo più prodotti il premio lo consegno invece ai Plasencia Alma Fuerte Sixto II esagonali.
Sì, avete capito bene, un sigaro esagonale.
In geometria la forma esagonale è considerata una forma perfetta e gli esagoni regolari si possono unire per ricoprire porzioni di piano senza lasciare spazi vuoti. Non a caso le api costruiscono le cellette del favo dell’alveare di forma esagonale.
Noi però non siamo api e non dovendo nemmeno costruire favi cosa ce ne facciamo di un sigaro esagonale?
Boh, io non devo impilarli quindi non so cosa rispondere. Posso però formulare una domanda, quanti possono affermare di aver fumato un sigaro esagonale? La risposta? Pochi, ovvero coloro che hanno acceso un Sixto II.
Che dire…FICO!
Per la verità non è che sia proprio proprio esagonale, la foggia è appena accennata e quasi non si nota. Ok, ok, sto cercando il pelo nell’uovo ora smetto.
Sulla genesi progettuale dei Plasencia Alma Fuerte ne ho ampiamente parlato in occasione della recensione dei Nestor IV quindi non mi dilungo. Se non l’avete ancora letta ecco una meravigliosa occasione per colmare questa lacuna, del resto non ho proprio intenzione di raccontarvela.
A crudo questo gigantone esagonale odora di tetta di mucca (n.d.r. – pelle, stallatico, terra), di Génépy e menta. Lo so che suona strano rileggendo ma sono le mie percezioni e devo ammettere che mi sta venendo una gran voglia di accenderlo.
Detto fatto. Abbrustolisco il piede dell’Alma Fuerte Sixto II e prendo le prime copiose boccate.
La prima sensazione è che sia un morbido pacioccone, poco invadente e dall’intrigante duplice anima. Quella maschia e selvatica, su note di pelle e pepe in retroinalazione, e quella femminile su note dolci e di spezie.
Psssss… te lo dico sottovoce: ci sento proprio Génépy e menta!
Mentre il pepe stimola elegantemente le cavità nasali il fumo diventa quasi masticabile, avverto i primi cambiamenti e il lavoro sommesso che il Sixto II sta facendo per strutturarsi.
La nota tostata in sottofondo viene controbilanciata dalla costante crescita di una dolcezza alla nocciola e alla mandorla che lascerà poi il posto alla cremosità anzi alla crema di latte.
Un signor sigaro leggero ma dal carattere forte e deciso, che non prevarica ma asseconda il fumatore e dotato, tra le altre cose, di un tiraggio perfetto.
Il comparto spezie è semplicemente fantastico, complesso, bilanciato ed è un vero piacere trattenere il fumo in bocca, specialmente grandi boccate di fumo, che mi permettono di assaporare a lungo quanto ha da regalarmi.
Non bisogna essere parsimoniosi con questo sigaro, via libera a boccate da pompa idrovora!
L’intensità cresce costantemente e il Sixto II si struttura su una base di legno nobile, bacche alpine e una leggera nota amaricante che bilancia la dolcezza.
Avverto anche una nota tostata ma il gioco sensoriale è tutto sul contrasto tra la dolcezza e le spezie, un gioco morbido e elegante, sottile forse ma se si presta la dovuta attenzione è davvero piacevole.
Lentamente comincia a virare sul caffè e su un effetto caramellato che diventano in breve dominanti, mentre la dolcezza e le spezie si affievoliscono. Si invertono le parti e questa sua evoluzione mi sorprende complice il fatto che la fumata è sempre più intensa, BOLD direbbero gli Americani.
Verso il finale l’Alma Fuerte Sixto II si sbilancia leggermente su note amaricanti che un po’ mi infastidiscono, ma basta alleggerire le boccate ed ecco che si ripristina l’equilibrio che tanto apprezzo.
Torna ad essere delicato, bilanciato e dolce.
Il commiato stranamente avviene su note decise di caffè e nocciola ma con una dolcezza davvero sorprendente e una lunga permanenza post fumata.
Un gigantone sicuramente intrigante, di indubbia qualità ma per il biglietto che si deve pagare forse Nestor Plasencia Jr. poteva mettere in campo un prodotto di ben più alto livello.