2019

Paradiso Guajiro

Paradiso-Guajiro-by-Ashton
Nicaragua

Nicaragua

MEDIUM-FULL body

Intensità MEDIUM-FULL

Costo medio

Costo medio**

**medio: da 7 a 10€

Ring Gauge 46

RING GAUGE 46

Complessità Medio Alta

Complessità Medio Alta

Fumata di lunga durata

Fumata di lunga durata*

*lunga: oltre 90 min

Lunghezza

  • 6 5/8″ / 168 mm

Anatomia

Fascia Nicaragua Corojo Oscuro
Sottofascia Nicaragua
Ripieno Nicaragua

 

Valutazione

ECCELLENTE

Eccellente

La fumata

Guajiro, nomignolo che indica un contadino cubano. Un nome stranissimo per un sigaro che per eleganza delle forme e qualità dei tabacchi poco a che fare con il mondo contadino. Però il nome è indubbiamente esotico e “cool” come direbbero gli Americani, noi invece diremmo che è figo!

I Paradiso sono una delle linee di punta del portafoglio Ashton di estrazione Nicaraguense da cui, nel tempo, sono state filiate altre interpretazioni ma loro restano però i capostipiti della collaborazione di Ashton con la mitica famiglia Garcia e la loro manifattura a Estelí, in Nicaragua. Sono prodotti di alto livello e pregio, che piacciano o meno, e sono anche la linea con il più alto numero di formati prodotti.

Tra tutti ammetto che il formato Guajiro mi ha da sempre intrigato. Perchè? Per il suo essere fuori dagli schemi e dalle convenzioni. Non è un formato classico riconducibile a qualcosa di conosciuto, è simile ad alcuni ma comunque diverso e questo suo essere “borderline”, unico e differente da tutti gli altri, ai miei occhi gli dona un fascino immenso.

Differente dicevo, perchè somiglia a un Churchill ma non ne possiede le dimensioni classiche, somiglia a un Lonsdale ma sembra il fratello obeso, strizza l’occhio ai Lancero con il suo “simil” pig-tail ma non è affatto un Lancero e non è nemmeno un Corona Gorda anche se è forse il formato che più gli si avvicina. Ma allora che cacchio di formato è? Ecchecacchioneso! Direi che è un Corona Gorda Extra molto Extra…

La potenza dei tabacchi la avverto a crudo per le intense note di terra e stallatico, ma anche di pepe, pelle e cacao. Un bouquet completo e intenso che ben si sposa a una linea che ha nell’intensità e potenza dei tabacchi Nicaraguensi il suo tratto più distintivo.

La partenza però, ve lo anticipo, è sorprendentemente elegante e poco Nicaraguense, contenuta nella sua espressività generale come non volesse spaventare anzitempo il fumatore…che poi sarei io! O forse è come i motori diesel, deve scaldarsi…

Hu, huuuuuuu… come non detto, dopo circa un centimetro di cenere il Paradiso Guajiro tira fuori l’anima Nicaraguense e pesta sull’acceleratore diventando una sorta di dragster aromatico. Su una base di note di legno, alle volte amarognole, si sviluppano possenti note speziate che vanno a braccetto con una notevole dolcezza e cremosità. A contorno caffè amaro, pelle e mandorla e una lieve nota salata alle labbra.

Che dire, non si fa mancare nulla. Senza ombra di dubbio è decisamente intenso nella sua espressività ma, malgrado questo, lascia una sensazione di equilibrio e morbidezza davvero notevole. Del resto alla My Father Cigars i sigari li sanno fare eccome, sticazzi!

Sono completamente nella mia comfort zone e me la sto davvero godendo. Non pensavo onestamente che questo blend “vecchiotto” riuscisse ancora a sorprendermi, ma questo Paradiso Guajiro sa il fatto suo. Il fumo ora è denso, dolce e riveste a lungo il palato generando ondate di ricordi e associazioni aromatiche.

Le spezie, ivi compreso il pepe, caratterizzano tutta la prima parte della fumata che scivola via nel più assoluto e totale relax. Unica avvertenza: dosate le boccate altrimenti le sopra indicate note partono per la tangente con il rischio di rovinarvi il godimento.

Arriva una discreta dose di cannella che segna l’ingresso nella parte centrale della fumata, nel fumo avverto anche un tocco di incenso. Hmmmm, che sia la Dr. Pepper che sto bevendo? Ha, ha! Scherzo.

La complessità della struttura aromatica di questo sigaro è degna di nota, ma anche di difficile lettura. Tutto è ben orchestrato e piacevolmente amalgamato, come una bella sinfonia, dove alla fine il piacere non è dato tanto dalla quantità o complessità delle note presenti ma dal loro evolversi e concatenarsi assieme, creando una melodia armonica e fluida.

Morbidezza e equilibrio regnano sovrani e nulla sta disturbando il mio viaggio fumoso, nemmeno i vicini di casa petulanti frantuma maroni. Che ve possino…

Boccata dopo boccata la fumata si fa sempre più maschia ed emerge la nota di pelle in tutto il suo splendore. Il pepe continua a lavorare deciso nelle cavità nasali ma non è fastidioso, è una sorta di elegante stimolazione che tiene desta l’attenzione.

Paradiso Guajiro, trovo tu abbia un blend davvero intrigante, specialmente nel tuo formato ibrido che, cercando in internet, vedo che non riscuote molti proseliti. La linea Paradiso (San Cristobal negli USA) di Ashton è una sorta di buco nero nel World Wide Web, non si trova un cacchio se non gli annunci dei vari rivenditori oltre oceano. Perchè la blogosfera ignora bellamente questa linea? Non fa più figo parlarne? Ma cagatevi tutti addosso.

Il finale cambia completamente registro e raggiunge anche il picco massimo di intensità di corpo. Caffè espresso, cremosità, crème brulé prendono il sopravvento, mente in sottofondo uno stuolo di spezie gioca a confondere i miei sensi. Peccato solo per la nota amaricante che fatico a controllare e che tende a rovinarmi il piacere che questo Paradiso Guajiro mi sta regalando. Chissene comunque, sto arrivando alla fase “scottadito”…

AUTORE

Andrea Zambiasi

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