

Nicaragua

Intensità MEDIUM

Costo medio**
**medio: da 7 a 10€

RING GAUGE 62

Complessità Medio Alta

Fumata di lunga durata*
*lunga: oltre 90 min
Lunghezza
- 6 3/4″ / 171 mm
Anatomia
Fascia | Nicaragua Corojo Oscuro |
Sottofascia | Nicaragua |
Ripieno | Nicaragua |

Valutazione

Eccellente
La fumata
La recensione del Paradiso Coloso di Ashton ha una lunga genesi. Il primo esemplare fumato molti mesi fa mi aveva lasciato perplesso, una stridente componente speziata aveva acceso un campanello d’allarme. Come può essere che dalla My Father esca un simile prodotto mi ero chiesto. Intuivo nel profondo che fosse un sigaro in grado di esprimersi su ben altri livelli e non ero poi così certo che la conservazione di quello che stavo fumando fosse stata fra le più corrette.
Nel dubbio decisi di fare un test così il secondo esemplare, tolto dal suo involucro di plastica, fu riposto più di 6 mesi fa nel mio humidor a riposare. Risultato? Whammo… una fumata al di sopra delle righe!
Ma torniamo a lui, il Coloso, di nome e di fatto con il suo impressionante Ring Gauge di ben 62. Ha le dimensioni e l’impatto visivo dei Colossi di Memnone, le due enormi statue di pietra del faraone Amenhotep III erette oltre 3400 anni fa nella necropoli di Tebe, ma è fatto di solo tabacco e non di pietra.
Francamente il rifumarlo mi stava creando non poche ansie. Più lo guardavo più la mia mente si concentrava su pensieri poco positivi simil… “vacca boia qua ci spendo di sicuro la nottata dietro a questo gigante!”. Non amo molto il concetto di “tanto” fisico abbinato al sigaro e qua onestamente di tanto ce n’è veramente… tanto!
Alla fine mi sono ricreduto complice anche la fumata veramente gustosa, varia e divertente. Divertente fin dagli inizi quando mia moglie, alla vista del cilindro di tabacco in bella mostra sul tavolo per le foto di rito, lo preleva per esaminarlo e portandolo a circa 20/30 cm dal naso esclama:
“Ma è aromatizzato?”
Io- No, perchè?
Lei – “Profuma di vaniglia!”
Potenza dell’olfatto femminile da cui noi, a mio personale giudizio, abbiamo solo da imparare e invidiare. In effetti al piede cacao e vaniglia dominano perfino per nasi “sfigatelli” come il mio.
All’accensione parte inaspettatamente deciso, denso e cremoso con una lieve base pepatina poco affine al “Pepin Pepper Blast” che conosco bene. Ciò più mi colpisce mentre comincia a entrare in temperatura il cannone è la texture cremosa straordinaria alla vaniglia, ma con punte di caramello che intrigano pazzamente mentre note di legno e terra creano la base di fondo.
Genera un copioso fumo denso, più che copioso direi impressionante ma a dispetto del suo essere ciminiera si rivela gentile e la sua aromaticità carezza il naso e il palato invece di giocare sulla forza assestando i soliti schiaffoni full-body.
Emergono note di cardamomo e perfino un fondo che ricorda la vinaccia ma poi arrivano sontuose note di cacao, anzi cioccolatose, assieme a una lieve nota acidula (positiva) che stimola a tutto tondo la lingua mentre una nota di pelle fa capolino a fasi alterne.
Sento il cambiamento dovuto alla temperatura, è un sigaro che ha bisogno di tempo (il diametro è imponente) per entrare in temperatura ma quando la raggiunge terra e cacao controbilanciano completamente le spezie in un equilibrio magicamente intrigante.
Arrivano le prime lievi note di pane caldo e di tostato. In questa fase la fumata si fa più maschia, più tonica ma pur sempre bilanciata e sempre meno spostata verso lo speziato. Al momento è una fumata sontuosa, carnosa e saporitissima, morbidissima al palato… insomma tutto “…issimo”!
La cosa più sorprendente, che è poi il pregio di siffatti gigantoni, è la freschezza del fumo. Su certi diametri è quasi impossibile surriscaldare il sigaro se non tirando come una pompa pneumatica. Una fumata fresca dicevo prima, di una freschezza caffeinica, dolce, terrosa, al cacao e vaniglia.
Sbanfff! Con un tonfo sordo cadono parecchi etti di solidissima cenere e questo segna l’ingresso alla parte centrale della fumata. Parte che amo definire di “Opulenza palatale” o di “fumata grassa” che rende benissimo l’idea. Siamo nel cambiamento, specialmente aromatico, perchè le spezie passano definitivamente in sottofondo ed il corpo diventa decisamente più tonico e torbato pur restando sempre dolce e morbido.
Nel rafforzare la sua intensità aromatica avverto il ritorno deciso delle note di pane, quasi commoventi, degli inizi ma avverto ancora di più l’effetto quasi inebriante della fase “full-body” del sigaro. Opulenza aromatica e intensità di corpo a gogò oserei dire, stupendamente bilanciata da una nota balsamica che rinfresca la fumata e il palato.
Potrei definirlo un “Coloso di razza” per l’armonia generale e per la varietà aromatica che riesce a generare ma preferisco invece questa: “stratosfericamente morbido al palato”. Un Coloso che racconta, mentre fumi, di luoghi lontani e fragranze esotiche come le note agrumate piacevolissime che ora avverto e che vanno a braccetto con lo “zic” di acidità di fondo mai scomparso.
Una fumata che si avvia ad un finale notevole, di terra e legno antico, di retrogusti di Whiskey torbato segnati dal ritorno delle spezie e del cacao amaro che sembrano non finire mai. Le dimensioni che non amo di questi formati lui me le fa amare e apprezzare in una sorta di ridefinizione del concetto o preconcetto di giusto e sbagliato. Quello che reputavo non potesse accadere in questi formati qua accade, quello che reputavo non potessi amare lui me lo fa amare. Che sia l’incarnazione dello “Yin & Yang” cinese?