
Rep. Dominicana

Intensità MEDIUM-FULL

Costo basso**
**basso: meno di 7€

RING GAUGE 58

Complessità Media

Fumata di breve durata*
*breve: meno di 60 min
Lunghezza
- 4″ / 101 mm
Anatomia
Fascia | Ecuador Sumatra Sun Grown |
Sottofascia | Corojo Dominicano – Valle del Cibao |
Ripieno | Valle del Cibao (Rep. Dominicana), Brasile, Nicaragua e Perú |

Valutazione

MOLTO BUONO
La fumata

La linea La Aurora 107, nata nel lontano 2010, è una sorta di pietra miliare nella produzione Dominicana. Non perchè sia la migliore o più apprezzata ma perchè celebra il 107° Anniversario (da qui il nome) di un successo commerciale che perdura nel tempo, quello della Tabacalera La Aurora di Guillermo Leon.
107 anni di operatività continuativa sono un traguardo indubbiamente straordinario, ma questa linea possiede anche uno straordinario blend. Un perfetto esempio del filone “medium-bodied” e precursore del concetto di “flavor-bomb” tanto caro ai produttori odierni.
Certamente non sofisticatissimo però offre a suo modo un’elegante, tonica e ricca fumata. Sono di parte? Ohhh, yes!
Il Sumo Short Robusto è un formato recente e molto caro allo stesso Guillermo Leon, che praticamente lo ha introdotto in tutte le sue linee prodottive. Strizza l’occhio ovviamente (non è possibile non notarlo) all’idea di Sam Leccia sfociata nei Nub. Uno sweet spot, una fumata immediata, di sostanza ma di breve durata dovuta al formato.
Comune a tutti questi sigari sono le fattezze tozze e cicciotte. Sembrano un Robusto che è stato sottoposto ad una dieta ipercalorica ingrassante ed in questo il nome Sumo, lo sport nazionale Giapponese, rende perfettamente giustizia a questo formato non esattamente elegante e snello.
Dei Sumo avevo già provato il La Aurora 1495 Series ma questo nuovo pacioccone ammetto mi ha intrigato molto di più perfino da spento. Infatti sorprende con fichi secchi, pelle, legno e lieve stallatico al piede mentre a crudo stuzzica decisamente le labbra con il pepe e la bocca con le spezie dolci.
n.d.r. – segnalo che il blend elencato nella recensione del “107 Corona” differisce molto da questo. Le indicazioni furono a suo tempo prese dal sito La Aurora ma evidentemente non erano corrette. Parto dal presupposto che sia quella riportata in fondo alla pagina l’esatta composizione del blend oggi dichiarata dal produttore.
Accendo. Mi ritrovo su un Freccia Rossa, lanciato a tutta velocità, in direzione pepe. Una sorta di schiaffo degno di un lottatore di Sumo che però si attenua rapidamente, o forse i miei recettori nasali sono defunti.
Quando raggiunge la velocità di crociera si costruisce su note di torba, spezie indiane, erbe aromatiche da cucina per poi innescare lentamente sfumature al caffè e cioccolato sempre più evidenti e davvero piacevoli.
Nel mezzo di questa pseudo evoluzione sensoriale si innesta la cremosità che da questo momento in poi acquisisce una costante e decisa crescita, pardon spinta visto che stiamo parlando di Sumo.
La cremosità viene accompagnata da un sottofondo dove spiccano sulle altre le note di spezie esotiche, come il cardamomo, e frutta acidula che regalano un contorno piacevole e intrigante.
Si fa anche più animale grazie a un tocco di pelle accentuato ma è la dolcezza che alla fine esplode e vince su tutto. Una dolcezza particolarissima, alla frutta secca anzi al sapore deciso di noce con la sua tipica sfumatura amaricante.
La texture generata sebbene non possa definirsi pazzescamente complessa è ben strutturata, decisamente piacevole. Forse non farà sognare ma non è scomposta ne sbilanciata risultando a tutti gli effetti estremamente godibile.
La parte centrale, se così possiamo definirla vista la lunghezza totale del sigaro, è il regno incontrastato delle spezie che dominano su tutto in primo piano mentre la dolcezza, ora vagamente tostata, permane a lungo in bocca.
Questa parte centrale in effetti si costruisce e rinsalda su queste basi sensoriali ed ogni boccata di fumo è un piacevolissimo e godurioso contrasto fra il dolce di fondo, ora nocciolato, lo speziato in primo piano e un effetto che da tostato sfuma nel caramello. Insomma a mio avviso una goduria infinita che trovo difficile non apprezzare fino in fondo.
Verso il finale però qualcosa si incrina, la dolcezza acquista note di spezie forse troppo sopra le righe, troppo decise per non stridere un poco con il resto ma fortunatamente la nocciola vira sempre più verso il caffè che in parte controbilancia l’esuberanza speziata.
Arriva anche una nota di anice avvertibile perfino sulle labbra.
Indubbiamente si irrobustisce, come un vero lottatore di Sumo che si rispetti, ma al posto di frantumarti le ossa e rimischiartele traformandoti in un quadro di Picasso, ti assesta giocose pacchette sulle spalle che contribuiscono solo a elevare il pacere che questa fumata regala. A patto ovviamente che le boccate siano ben dosate.
Se amate questi formati, questi “tronchetti della felicità” e la vostra mascella è a prova di lussazione allora dovreste fumarlo.
