

Rep. Dominicana

Intensità MEDIUM-FULL

Costo medio**
**medio: da 7 a 10€

RING GAUGE 54

Complessità Medio Alta

Fumata di Media durata*
*media: 60 - 90 min
Lunghezza
- 5 1/2″ / 140 mm
Anatomia
Fascia | Brasile Corojo Maduro |
Sottofascia | Cuban Seed Dominicano |
Ripieno | Cuban Seed Dominicano, Cuban Seed Honduras |

Valutazione

Eccellente
La fumata
La Kristoff Cigars di Glen Case è una realtà che è sul mercato dal 2005. Da allora molta strada è stata fatta come le 13 linee ora a catalogo: Original Criollo, Kristoff Ligero, Kristoff Sumatra, Corojo Limitada, GC Signature Series, Galerones Series, Kristania, Brittania Reserva, Cuban Selection, Premium Selection e It’s a Boy/It’s a Girl.
Fra tutte queste, tre hanno anche la versione maduro come la Ligero oggetto di questa recensione.
Questo sigaro è una meraviglia visiva e costruttiva, con una fascia scurissima, oleosa e uniforme. Il piede del sigaro è chiuso dalla foglia da fascia e la testa ha una meravigliosa chiusura “pig tail” di rara bellezza e realizzazione, trovo sia un crimine doverla recidere per fumare il sigaro, ma del resto non vi è alternativa.
Dal sito poche righe descrivono questo blend: The maduro ligero washes your palate with notes of espresso bean, dark chocolate, a hint of mix berry and a sweet cocoa finish. Niente male come premessa ma è virtuale e la realtà potrebbe discostarsi da quanto loro affermano. Vedremo…
La doppia fascetta contribuisce a valorizzare la bellezza di questo Ligero Maduro, marroni scuro simil fascia con scritte bianche semplici. Una riporta il nome Kristoff e la linea, l’altra riporta la dicitura maduro. L’insieme è semplice, lo ripeto, ma sprigiona un’austera eleganza che non passa certo inosservata. STOP. Basta dilungarmi sulle sue qualità estetiche, ora è tempo di fumarlo.
Con un groppo alla gola recido la testa ed il bellissimo ricciolo “pig-tail” salta via assieme a un dischetto della foglia da fascia. Al piede profonde note di pelle, stalla e floreali di petali di rosa mi sorprendono non poco, come l’inaspettato effetto salato sulle labbra.
Ora è tempo di accenderlo.
Parte leggero e dolce su note di anice e una punta di ginepro. Il pepe è avvertibile e al palato, dopo che esalo il fumo, permangono note di legno, di tostato leggermente amaricante e qualcosa di animale che regalano una texture strana e al contempo piacevolissima. Ricorda il brasato di carne.
La fumata si poggia su un sottofondo dolce e su una diffusa sensazione tostata su cui le spezie, il pane e le note animali costruiscono la sua espressività aromatica. La particolarità è che il sottofondo e le componenti in primo piano risultano perfettamente distinguibili al naso mentre al palato si armonizzano e fondono assieme. Una sorta di duplice personalità che sdoppia di fatto la fumata, grazie alla retroinalazione, tanto da sembrare due sigari differenti.
Il fumo diventa sempre più denso, boccata dopo boccata, e la dolcezza si acuisce assumendo connotazioni di frutta secca e uvetta. Nello stesso momento le note di pelle si accentuano mentre quelle tostate si affievoliscono. Una fumata di una piacevolezza strordinaria tanto che il mio compagno di fumata, Giuseppe Stucchi, ad un certo punto esclama: “…ciumbia, quest chì al me pias propii” e scoppiamo in una fragorosa risata.
Concordo pienamente con Giuseppe e penso che gran parte del piacere derivi dai meravigliosi giochi di contrasto che innesca fra:
- cremoso – dry
- dolce – tostato
- terra – legno
- spezie – frutta
che non lasciano indifferente e regalano una varietà in fumata realmente intrigante.
Tutto si fa poi decisamente più terroso, con pelle e stallatico la cui risultante, la mitica “tetta di mucca”, tanto piace a noi fumatori della Gang del Mezzaghese. Avvicinandosi alla parte centrale la dolcezza esplode in tutta la sua pienezza, assumendo anche una sfumatura caramellata e caffeinica con una componente pepata che continua a lavorare leggiadra in retroinalazione.
Improvvisamente entriamo nel reparto pasticceria. Per un certo periodo scompare la componente tostata, scompare il pepe e resta una dolcezza infinita e vellutata al pan di spagna. Niente più sfumature leggermente amaricanti, ora la fumata sazia e delizia senza mezzi termini.
Quando la componente tostata ritorna la fumata assume una veste assai intrigante anche perchè tornano le contrapposizioni, il gioco dei contrasti, ma questa volta vi sono delle piacevoli aggiunte come menta, cacao a gogò, amarena sciroppata e uno stupendo reingresso del pepe che ora lavora in primo piano. Tosto con una lunga e goduriosa permanenza sulla lingua, stuzzica ma lascia una inspiegabile dolcezza che piano piano lo mitiga e lo stempera.
Bilanciatissimo. Il sigaro sembra trasformato e trattengo a lungo il fumo in bocca per prolungare il piacere che si diffonde lento. Trovo si sia armonizzato, amalgamato stupendamente, insomma un sigaro che ha cominciato con un’alleluia e sta finendo in gloria!
La parte finale della fumata segna l’ingresso di note balsamiche e mentolate che emergono decise sopra le altre. Il pepe e il tostato regrediscono lasciando emergere una sorta di effetto cappuccino che riveste il palato.
La risultante per la verità ricorda i mitici cioccolatini “After Eight” della Nestlè, con la loro freschezza mentolata mista al cioccolato. Anzi a essere precisi sono un esperimento riuscito di After Eight al peperoncino!
Non vi sono molti sigari in commercio con questo livello di piacevolezza, ve lo assicuro.
Prima di congedarsi smette di giocare con i contrasti, ma lo trovo normale, e arriva il momento del cacao e del caffè. La dolcezza si attenua ma la fumata rimane saziante, meravigliosamente buona e con una luuuuuuunnngaaaaaaa e cremosa permanenza post boccata ed infine chiude con pepe, caffè e liquirizia.
Il Kristoff Ligero Maduro oltre a essere decisamente buono possiede una varietà aromatica straordinaria e una complessità ed un’armonia generale al di sopra della media. Mai un cedimento, mai uno sbilanciamento insomma un sigaro classicamente a “scottadito”.
Ah, dimenticavo, quello che hanno scritto sul sito è tutto vero!