
Nicaragua

Intensità MEDIUM-FULL

Costo medio**
**medio: da 7 a 10€

RING GAUGE 52

Complessità Medio Alta

Fumata di Media durata*
*media: 60 - 90 min
Lunghezza
- 6 1/4″ / 158 mm
Anatomia
Fascia | Nicaragua Sun Grown Criollo ’98 |
Sottofascia | Nicaragua |
Ripieno | Corojo Habano, Criollo, Sancti Spiritus Nicaragua |

Valutazione

Eccellente
La fumata
Nel lontano 2007 la My Father rilasciò gli El Centurion come edizione limitata in soli tre formati, per un totale di 850 box a formato e andarono letteralmente a ruba. Il mito era creato e da molti venne indicata come la miglior EL mai prodotta dalla My Father, apprezzata a tal punto che chiesero a gran voce il ritorno di questo sigaro che ora è disponibile come edizione a produzione regolare.
Dal 2013 gli El Centurion sono prodotti in 4 formati: Robusto, Toro, Belicoso e Toro Grande.
Questo è un sigaro che mi ha sempre suscitato molta curiosità, non solo per la sua storia ma anche per la leggenda che lo circonda così appena mi si è presentata l’opportunità di fumarlo, non me la sono fatta scappare.
Mentre lo esamino prima di accenderlo non posso fare a meno di notare il forte impatto estetico di questo sigaro, a cominciare dalla scurissima foglia da fascia, uniforme nel colore, ma è la sontuosa fascetta dorata simil scudo che evoca fantasie di epoca romana. Che sia anche il nome che porta a stimolare la mie immaginazioni? Forse sì.
Mi torna alla mente Russell Crowe ne Il Gladiatore, ma non pretendo di immedesimarmi in tale personaggio non possedendo ne le sue doti fisiche ne il coraggio di Maximus Decimo Meridio. Devo mio rammarico accontentarmi di… hmmm… che ne dite di un centurione segaligno dell’accampamento romano vicino al villaggio di Asterix il Gallico? Direi che ci sta a pennello.
Galli o Romani che siano fortunatamente sono alle prese solo con un sigaro, niente pozioni magiche ne schiaffoni di Obelix. Solo una sana (si fa per dire) fumata che già a crudo sa di fichi secchi, cacao e spezie dolci. Se questo è il preambolo W i romani, W i galli e… ma che cacchio ne so, fate voi.
Pronti, partenza e via. Accendo.
Prima sorpresa, non è un blend alla Pepin o meglio non ha il classico “Pepin Blast” che di solito sferza le cavità nasali. Appena acceso sono alle prese con un sigaro che si assesta subito su sfumature agrumate e tostate, ma il pepe c’è o non c’è vi chiederete? C’è tranquilli ma è lievissimo in sottofondo. Per questo dico che è diverso dai soliti sigari di Peppiniello.
In poco tempo comincia a strutturarsi introducendo note di terra e pelle molto più marcate, perfino il pepe si dà una smossa e parte verso alte vette. L’insieme però mantiene un che di floreale, con influenze di caffè, spezie e anacardi su una dolcezza che comincia a costruirsi e a farsi decisamente percepire.
Il processo non è veloce ma avvertibile e forse è questa la cosa a cui non siamo abituati quando fumiamo qualcosa uscita dalla My Father. Ci si aspetta sempre un sigaro immediato e senza mezze misure, ma qua è di casa una diversa interpretazione dei blend Pepin, che raccontano una storia diversa e per farlo il sigaro ha bisogno di tempo.
La cremosità aumenta in modo esponenziale e il fumo assume ben presto una connotazione quasi masticabile, densa, e anche più carnosa se vogliamo. Oh yeah, diviene maschio in fumata e finalmente all’altezza delle mie aspettative.
Verso la parte mediana avverto un riposizionamento delle note aromatiche, di fatto non una vera e propria evoluzione ma una sorta di riassestamento. Quelle che erano le note dominanti come il caffè, il cacao, il legno, la terra e la dolcezza speziata si riamalgamano fino a restituire qualcosa di diverso e molto vicino ad una crostata ben cotta alle prugne, mentre le spezie sfumano fin quasi a scomparire così come il pepe in sottofondo.
Ne avverto il retrogusto fruttato, ne avverto le sfumature caramellate e allo stesso tempo questo El Centurion si fa complesso e strutturato. L’idillio godurioso non dura all’infinito perchè arriva una svolta da “macho man”, partendo fulmineo verso la massima intensità di corpo e aromi, verso il full-body. Questo scatto repentino porta con sè anche la riaccensione delle note di pepe e spezie ma segna anche l’ingresso di una nuova nota di pelle.
Diventa un toboga sensoriale e la fumata si fa decisamente più divertente e intrigante ma allo stesso tempo paradossale. Trovo infatti che parallelamente a questa crescita di intensità di corpo, la complessità aromatica diventi invece più sottile e meno marcata. Un contrasto strano se ci pensate perchè se da un lato risulta immadiato sensorialmente dall’altro si fa sfuggente e sottile. Poco male, basta concentrarsi visto che sto facendo una recensione.
In questa fase “mille e uno” sfumature sensoriali colpiscono i miei centri nervosi ma ho difficoltà a delinearle nel dettaglio, in retroinalazione assume perfino sfumature minerali e agrumate. Non gle la fò a stargli dietro!
Un toboga aromatico peraltro adrenalinico e articolato, non alla portata di tutti i nasi e questo è forse il suo peggior difetto. Si rischia seriamente di giudicarlo male o non correttamente falsando la bontà oggettiva che una simile fumata regala.
Su questa struttura e senza fare un plissè mi proietto verso un finale che definirei lussuoso e orgasmico, sulla falsariga delle note precedenti, è vero, ma tutto è ora ai massimi livelli. Sono al cospetto del più puro ed espressivo full-body dove la cremosità regna sovrana assieme al caffè, al caramello, alla terra, alla cannella, alle spezie e prugne, senza incertezze, senza acredine o note amare.
Mi ostino a fumarlo fino a quando le dita mi scottano troppo, poi devo mio rammarico gettare la spugna. Peccato vorrei non finisse…