
Rep. Dominicana

Intensità MEDIUM-FULL

Costo alto**
**alto: oltre i 15€

RING GAUGE 50

Complessità Alta

Fumata di lunga durata*
*lunga: oltre 90 min
Lunghezza
- 6 1/2″ / 165 mm
Anatomia
Fascia | Ecuador Habano Rojiza Corte 3 |
Sottofascia | Negro San Andrés Messico |
Ripieno | Ometepe Visus (Nicaragua), Piloto Visus, San Vicente Ligero, Hybrid Corojo/Olor Ligero (Rep. Dominicana), Seco Peruviano |

Valutazione

Eccellente
La fumata
Non ho mai realmente amato le edizioni limitate, forse per il mio trascorso di fumatore di sigari Cubani dove le EL erano e sono a mio giudizio uno specchietto per allodole, un’operazione di marketing il cui senso mi sfugge e che devia gli sforzi di miglioramento dalla produzione normale a progetti speciali. Ergo vorrei che investissero i loro sforzi dove serve e non dove NON serve…
La vera verità però è che non le amo in generale per il semplice motivo che se mi imbatto in sigari che mi piacciono da impazzire devo poi convivere con l’amarezza e la certezza di non potermeli godere a lungo perchè… perchè ad un certo punto finiranno, porca troia!
Molti di voi direbbero che è sempre meglio provarli piuttosto che perdere l’occasione di fumarli ma io, che cranioleso sono, non riesco ad accettare la cosa e quindi spessissimo accantono a priori l’idea.
Fortunatamente in soccorso arrivano gli amici come Giuseppe Stucchi che invece non ha “pippe” mentali come il sottoscritto, compensando la mia mancanza con una notevole dose di curiosità e voglia di provare che… è contagiosa per la miseria.
Accadde così che il boss Giuseppe durante uno dei suoi colpacci in tabaccheria viene in possesso dei Davidoff Year of the Monkey LE 2016, di cui mi invia una foto e relativo invito (in qualità di palo della Gang) a provarli.
Che fare? tic, tac… tic,tac… il tempo passa… ma per piacere! Ovviamente ho accettato l’invito anche perchè questo sigaro, questa edizione limitata, celebra il 2016 seguendo sì il calendario Cinese ma anche Facciamo Puff.
Come scusa? direte voi. Ora spiego. Il nome di questa EL è: Anno della Scimmia ergo (date una scorsa al logo del portale) celebra anche Facciamo Puff. Pensare che per sviluppare questo sigaro commemorativo non ho speso nemmeno un euro, che culo. Oddio a dirla tutta il buon Giuseppe li ha spesi eccome per la miseria!
Il biglietto per il paradiso infatti costa la bellezza di 35 Euro, che non sono affatto pochi, ma non voglio entrare nella solita polemica se sia o meno giustificato. Quello che so per certo è che realizzare certe edizioni limitate significa pianificarle decadi prima, significa stoccare le migliori partite di tabacco e accantonarle per poi lavorarle al meglio in funzione del progetto. Tutto questo e altro ancora non è e non sarà mai alla portata di tutte le aziende e richiede ingenti investimenti e immobilizzazione di denaro sonante sotto forma di pile di tabacco.
Un primo assaggio di quanto raccontato prima e della qualità delle materie prime lo avverto a crudo sotto forma di opulenti note aromatiche. Pelle, spezie, legno, fichi secchi e tanto, tanto pepe che sfrigola sulla labbra quando appoggiamo il sigaro per prendere boccate. Un’unanime esclamazione rompe il religioso silenzio e la quiete della notte: Minchia Papà!
Whammo. La partenza è alla “Fast & Furious” con il gas a tavoletta ed un pepe che sferza in retroinalazione con un’intensità inimmaginabile ma resta elegantissimo in puro stile Davidoff.
Complesse note di legno antico arricchiscono la sua espressività assieme a una lieve sfumatura tostata, al caramello e alle spezie, tante spezie. Si struttura ben presto su una straordinaria morbidezza su cui si apre la dolcezza alle venature di pan biscotto, intensa nocciola, mandorla e cardamomo.
Un’espressività davvero molto particolare, del resto come mai dovrebbe essere una edizione limitata unica nel suo genere? Questa coniuga perfettamente l’anima mascolina data dal pepe e dalle spezie a quella femminile della dolcezza, un’animo Yin e Yang insomma.
Al progredire della fumata la sfumatura tostata si attenua mentre la dolcezza di frutta secca si inerpica a gran passi verso la vetta del puro piacere. Definire il fumo profumatissimo non rende affatto giustizia a quanto io e Giuseppe stiamo avvertendo, ogni voluta biancastra porta con se note floreali e di spezie esotiche di una piacevolezza unica.
Triplo carpiato con avvitamento.
Una fumata a livello palatale complessa e vellutatissima, con una nuova e intrigante punta di caffè. In bocca rimane il sapore della polpa di noce verde con sfumature alle volte fruttate, altre speziate e caramellate. Spettacolo.
Ora raccontare nel dettaglio quanto riesco a percepire risulterebbe troppo lungo, sto scrivendo pagine e pagine di annotazioni in preda a una furia creativa diretta conseguenza della bontà di questo Davidoff Year of the Monkey. Cercherò di riassumere il tutto.
Dalla partenza improntata su note di legno e spezie vira verso una fumata più maschia, sempre speziata ma terrosa permeata fin dagli albori da un mirabile gioco sensoriale che apporta ventate aromatiche sempre diverse come punte di liquirizia, innumerevoli sfumature dolci, note balamiche e tanto altro ancora.
La dolcezza a dire la verità è una delle sue caratteristiche principali, che non cambia mai ed è onnipresente pervadendo ogni boccata presa da questo sigaro. Non gioca sulla forza ma sull’intensità espressiva, sull’eleganza, sulla morbidezza e sulla dolcezza appunto.
Una “signor” prima parte di fumata che non passa inosservata, decisa nella sua intensità aromatica ma anche sottile nelle sue nouance espressive per poi esplodere in una mirabolante dicotomia su toni agrumati al palato e caffelatte speziato nel fumo. Semplicemente una meraviglia palatale e olfattiva.
Dagli inizi l’intensità di corpo continua a crescere incessantemente e approssimandoci alla parte centrale restiamo stupefatti, se mai ve ne fosse bisogno, per un deciso arricchimento di aromi e sapori che a Giuseppe ricordano la farina di castagne, la liquirizia e la torba con un particolare effetto alcolico in sottofondo.
Io più che altro mi ritrovo, come un bambinone, a pescare in una confezione di caramelle gommose assortite Haribo. Ogni caramella che metto in bocca è una goduria sempre diversa e piacevolissima. Mi diverto in questa fase della fumata e mi abbandono senza remore al piacere che pervade ogni fibra del mio essere godendo con la retroinalazione splendidamente pepata.
Anno della Pantera, altro che Scimmia, il Davidoff Year of the Monkey ora sfodera gli artigli. La parte centrale è decisamente più maschia e intensa della precedente, con un fumo denso e quasi masticabile che riempie la bocca.
Siamo saliti sull’ottovolante della goduria perchè da questo momento succede di tutto e di più. Mamma mia! In questo preciso momento mi rendo conto di cosa ci sia dietro un simile costo, tabacchi iperselezionati e un blend che riesce a valorizzarli, rendendo l’esperienza fumosa un viaggio nel piacere più puro.
Pelle e terra emergono prepotenti dal sottofondo alle spezie pungenti e balsamiche mentre la dolcezza diffusa diviene un trionfo di zabaglione con il marsala. Il fumo lascia la bocca fresca ma con un leggero strascico amaricante buonissimo. Entriamo nella fase più full-body, caleidoscopica e buona della fumata, anzi stra-buona tanto che ci tratteniamo a fatica dal tirare boccate a mo’ di pompe idrovore.
Bilanciatissimo nella sua meccanica di fumata, non perde un colpo, ed una componente di cacao permane a lungo sul palato tanto che ci sfrego spesso la lingua cercando di assaporare perfino le più piccole sfumature di piacere.
Verso la parte finale il pepe quasi scompare pur restando presente in retroinalazione, perfino le spezie e la dolcezza si attenuano. Si entra in un mondo torbato, caratterizzato dal cacao e dal caffè che danno alla fumata una nuova e diversa interpretazione. Una chiusura piacevolissima dopo l’orgia dolce delle parti precedenti.
Malgrado emergano note caramellate e di liquirizia ed il fumo profumi di biscotti appena sfornati, globalmente è un trionfo di caffè espresso, ma di quelli buoni, veramente buoni per cui viene voglia di raccogliere con il cucchiaino la cremina che resta sul fondo della tazzina e mi accorgo che mi stanno realmente scottando le dita…
