
Nicaragua

Intensità MEDIUM-FULL

Costo alto**
**alto: oltre i 15€

RING GAUGE 52

Complessità Alta

Fumata di Media durata*
*media: 60 - 90 min
Lunghezza
- 6″ / 152 mm
Anatomia
Fascia | Nicaragua Habano |
Sottofascia | Nicaragua |
Ripieno | Nicaragua |

Valutazione

Wow Factor
La fumata
Un nome un mito verrebbe da affermare quando si parla della Padron Cigars, i primi a credere nell’estremo controllo qualità e verticalizzazione della produzione che dal seme arriva al sigaro fatto e finito.
Nel portafoglio del brand i Padrón 1964 Anniversary Series sono una linea introdotta nel 1994 per commemorare i 30 anni di attività commerciale. Undici i formati che coprono veramente tutte le esigenze di fumata e tutte le preferenze, disponibili inoltre sia in versione “natural” che “maduro”.
Tutti i tabacchi utilizzati sono invecchiati 4 anni e, rendendo omaggio alla tradizione cubana, i sigari sono box-pressed. Per preservarsi dagli svariati tentativi di contraffazione questi sigari hanno una fascetta che riporta un numero di serie progressivo che viene tracciato dalla stessa azienda.
I sigari fumati sono il numero 552689 e il 552719.
Basterebbe già il titolo per chiudere qua il racconto della fumata passando direttamente al verdetto, un verdetto “trepitoso” e ben meritato come meritati sono i ringraziamenti al mio buon amico Giuseppe che me lo ha fatto provare e con cui l’ho fumato, ma questo non renderebbe giustizia a quanto questo sigaro riesce a regalare.
Non a crudo per la verità, perchè i lievi sentori di stallatico e pelle al piede e la leggera nota vegetale e speziata delle prime boccate da spento, farebbero presagire una fumata assolutamente normale come ce ne sono mille altre.
Io e Giuseppe ne discutiamo animatamente ma mentre scaldiamo il piede del sigaro con il Jet-Flame accade una cosa strabiliante. Il sigaro esplode aromaticamente, con un’intensità che lascia increduli satura l’aria di fragranze animali, esotiche e profumatissime. Sgraniamo gli occhi e facciamo le primissime boccate… orgasmo sensoriale!
Inaudito se penso che ha solamente pochi millimetri di braciere e non è nemmeno a regime termico, ma evidentemente quando la materia prima è di alta classe tutto è possibile.
Ci troviamo alle prese con una fumata dove armonia e pulizia delle note aromatiche sono i cardini su cui si regge tutto, complessissimo su note di legno, terra, spezie e… in un gergo poco forbito e poco educato riusciamo solo ad asclamare “STAMINKKKKIA”! Con 4 k ad enfatizzare lo stupore infantile che pervade il nostro animo e delinea il volto in una smorfia di puro godimento, che va vista per essere compresa.
In breve tempo una nota dolce cresce esponenzialmente mentre il corpo del sigaro emana opulente note di pelle che ci galvanizzano e rendono tremendamente intrigante la fumata. Ci ritroviamo in un mondo in continuo mutamento, ogni boccata varia, regala qualcosa di nuovo e ci rendiamo conto che non basta elencare la pelle, il legno, la terra perchè queste semplici indicazioni in realtà di dipanano in mille varianti e sfumature che fanno girare la testa.
Perfino le spezie, onnipresenti nei sigari di questo paese, qua sembrano un carosello vorticoso ed entusiasmante fino al momento in cui… tutto cambia ancora. Arriva un momento in cui compare un fondo resinoso, quasi mielato, elegantissimo al palato che segna una prima svolta decisa nella fumata. Resta piuttosto “animale” ma compaiono note più tostate al caffè, alla nocciola, mentre una dolcezza di fondo alla frutta secca e cacao si fa più evidente.
Si ammorbidisce nei toni, nella sua furia espressiva facendosi però più denso nel fumo e più godurioso al palato. Dal braciere il fumo emana lieve sentori che a me e Giuseppe ricordano i biscotti secchi “Oro Saiwa” di quando eravamo bambini e che ci lasciano stupefatti, ma forse solo per il piacere di condividere ricordi che solo chi appartiene a certe generazioni “datate” può condividere.
Padron 1964 Anniversary, no more words.. Una foto pubblicata da Andrea Zambiasi (@zambiasiandrea) in data:
La nota resinosa ora la si percepisce in sottofondo ad armonizzare e completare la fumata mentre riemerge deciso il pepe assieme alla terra e alle note tostate su un costante incremento di dolcezza globale. Nessuna componente prevarica l’altra, siamo al cospetto di una danza sensoriale bilanciata che stimola i sensi a 360°, alternando ogni nota ad ogni boccata.
Lo definiamo “università del sigaro” proprio per questi aspetti e, non me ne voglia nessuno, andrebbe fumato almeno una volta nella vita per capire la portata di certe realizzazioni.
Rileggendo con Giuseppe la miriade di note scribacchiate sul mio taccuino scoppiamo a ridere, sono due pagine di annotazione ma il problema è che non siamo nemmeno verso la metà della nostra fumata. Stavo cercando di mettere nero su bianco quante più sensazioni possibili ma ci rendiamo conto che è una battaglia persa, tanto vale godersi il sigaro e lasciarsi cullare dalle sue morbide carezze.
Carezze che si fanno sempre più dolci, dolci, dolci ma con una punta di cacao amaro piacevolissima. La retroinalazione in questo sigaro è un’esperienza meravigliosa, delicata, sensuale e aromaticissima, quasi balsamica nell’effetto globale.
Il caffè poi si sposta in sottofondo variando ancora una volta gli equilibri che ora sono retti dalla frutta secca, da diverse note tostate e dalle 1000 varianti di cacao. Non ci si può però distrarre perchè ancora una volta cambia, le spezie dolci ed il cacao predominano sulla scena ma vengono rese più intriganti da un fondo di scorzetta d’agrumi.
Ogni boccata è realmente una sorpresa, o meglio è un piacere lasciarsi sorprendere non cercando qualcosa di conosciuto ma ricercando il sottile piacere dell’incognita, della scoperta, a mente aperta e libera di librarsi con le volute di fumo.
Senza che ne accorgiamo arriviamo sul finale della fumata, un finale questa volta alle bacche di ginepro. Dobbiamo dosare le boccate però, altrimenti si innesca una nota amarognola che rischia di guastare il piacere che finora ci ha accompagnato. Dosandole lui risponde con un ultimo guizzo schiudendosi ancora di più, e inaspettatamente, sulla dolcezza…
Non aggiungo più nulla, reputo che la grandezza di questa fumata la si possa evincere da quanto scritto sopra. Quello che voglio sottolineare è l’armonia e l’equilibrio generale che questo sigaro riesce ad esprimere, un dosaggio perfetto fra forza e gusto, fra aromaticità e presenza al palato, fra complessità e semplicità nel godimento che meravigliano e al tempo stesso fanno innamorare.
Magari non incontrerà i vostri gusti ma peccato è non poter affermare “ho fumato un Padron”!