

Rep. Dominicana

Intensità MEDIUM-FULL

Costo alto**
**alto: oltre i 15€

RING GAUGE 43

Complessità Medio Alta

Fumata di Media durata*
*media: 60 - 90 min
Lunghezza
- 6″ / 152 mm
Anatomia
Fascia | Ecuador Connecticut |
Sottofascia | Rep. Dominicana |
Ripieno | Rep. Dominicana |

Valutazione

MOLTO BUONO
La fumata
Parlare della Davidoff Cigars equivale a parlare del personaggio Zino Davidoff, sono indissolubilmente legati e rappresentano ambedue una visione, una passione ed un sogno legato al mondo del tabacco. La cosa è tremendamente affascinante ed intimidatoria allo stesso tempo, non è semplice riassumere due entità di simile levatura e il rischio è di scadere nello scontato o in facili stereotipi che rischiano di togliere spessore a ciò che è stato creato e a ciò che sono diventati.
Mi limiterò quindi a parlare brevemente di questa linea, la Millennium Blend, lasciando ad ognuno di voi il compito di capire, se ne avete voglia, cosa queste due entità hanno significato per il mondo del sigaro. Di tutte le linee Davidoff la Millennium Blend è forse il primo vero tentativo di modernizzarsi, di uscire dal concetto di blend “old style” e sbarcare nel mondo dei sigari orientati verso il full-body, fino ad allora ignorato. Nasce nel 1999 ed originariamente aveva un solo formato, il Lancero, ma nel tempo si è completata arrivando ai 7 attuali di cui il Lonsdale fa parte. Un blend particolare, quasi tutto dominicano e con tabacchi invecchiati un minimo di 4 anni per proiettare il fumatore nel nuovo millennio del mondo Davidoff.
IL SIGARO
Ho sempre perseguito il vecchio adagio “l’abito non fa il monaco”, mi invita a diffidare delle apparenze perchè non di rado ingannevoli e a evitare di esprimere valutazioni superficiali e frettolose sul conto di qualcuno o qualcosa. Saggezza popolare da cui io ne traggo comunque un valido insegnamento ma alle volte il detto si trasforma in “l’abito FA veramente il monaco” come nel caso di Davidoff.
Indubbiamente, senza nasconderci dietro un dito, fumare un sigaro di Davidoff è qualcosa che trascende l’atto stesso di fumare, involontariamente si percepisce l’assoluta validità dell’equivalenza “Davidoff = eleganza”.
Eleganza è la prima cosa che viene alla mente quando si tiene in mano un prodotto Davidoff, la si percepisce nella perfezione estetica della foglia da fascia, nella perfezione costruttiva e nell’impatto visivo molto “sofisticato”, da gentleman di altri tempi. La cosa stupefacente è che riesce indubbiamente a trasmetterla “emozionalmente” anche al fumatore ed è l’unico sigaro al mondo, secondo me, in grado di farlo.
Non neghiamo l’evidenza e non nascondiamoci dietro falsi stereotipi, che piacciano o meno i sigari di Davidoff rendono qualsiasi fumatore un fumatore più “figo”, più “aristocratico”, provare per credere. Il mondo di cui il brand ha saputo circondarsi nel tempo, fatto di lusso, di eleganza, di perfezione è talmente radicato oramai nel nostro immaginario collettivo e nel nome stesso di Davidoff da trasmettersi, per semplice contatto fisico, allo stesso fumatore.
Sfoggiare un sigaro Davidoff ci eleva involontariamente ad altri ranghi, a livelli superiori e lo si percepisce perfino nello sguardo di eventuali altri astanti di una ipotetica smoking room. Non ha importanza se poi la fumata non rispecchia le nostre aspettative, siamo comunque al cospetto di una delle pietre miliari del mondo del sigaro e della sua storia ed è doveroso portargli il dovuto rispetto.
Ma non divaghiamo oltre. L’occasione di fumare il Lonsdale della linea Millennium Blend è stata la cena di fine anno della CFLI (Compagnia del Fumo Lento Insubria) di Varese a cui ero invitato. Un sigaro a sorpresa per la verità perchè la fumata scelta è stata svelata dopo cena sotto lo sguardo meravigliato di tutti alla vista della fila di appariscenti e snelli sigari con fascetta bianca.
Appena entrato in possesso di un esemplare ho cominciato a rimiralo e ad apprezzarne la perfezione costruttiva. A crudo delicate note di legno, nocciola, pinoli e qualcosa di fresco che ricorda la menta mi sorprendono non poco ed una volta acceso mi ritrovo alle prese con un leggero ma saporitissimo sigaro.
La sensazione che più mi resta impressa è la decisa nota fruttata che la foglia da fascia lascia sulle labbra, ma anche il deciso pepato al naso risulta inaspettato. Una partenza come dicevo sì leggerina ma il fumo lascia complessi e decisi sapori al palato che portano con sè echi di nocciola ed una sensazione quasi burrosa su una base intricata di note di legno.
Il sottofondo legnoso per la verità risulta quasi tostato nel complesso e le spezie giocano a stuzzicare qua e là le mie papille, questa “quasi” tostatura assume pian piano una connotazione che ricorda il carbone, per nulla spiacevole sebbene strana e non così comune. Da questo punto in poi rivela pienamente lo stile Davidoff, non si parla di evoluzione piuttosto di intensificazione di aromi e sapori.
Tutto si carica, delicatamente ma inesorabilmente ed io che fumo avverto perfettamente l’incedere crescente. Arriva uno “zic” di terra a variare l’insieme e la componente speziata assume una connotazione caramellata o come asserisce il mio buon amico Davide Mulas che ricorda anche la caramella Mou.
Nella parte centrale e fino alla fine della fumata mi ritrovo invece con un deciso decollo delle spezie a cui si associa qualcosa che mi ricorda la lavanda, non perfettamente distinguibile piuttosto lieve in sottofondo e porta con se una piacevolissima sensazione di frescura.
La progressione di fumata è micrometrica e senza indugi così come il simmetrico progredire del braciere. Puff dopo puff il fumo al naso risulta sempre più pepato, tonico, ed arrivano anche le normali note di caffè in sottofondo. Ora la dolcezza globale, una dolcezza come di frutta secca a tratti quasi candita e nocciolata, domina la scena e la dominerà senza scomporsi fino alla fine della fumata lasciandomi pienamente e felicemente soddisfatto.
Sebbene non straordinariamente intrigante risulta una fumata piacevole anche se non indimenticabile. Molto buono, davvero elegante e bilanciato (stiamo parlando di Davidoff) e meravigliosamente realizzato vi proietterà, per un’oretta e mezza, in un’altra dimensione, una dimensione dove il fascino, il bon-ton e l’estetica regnano sovrani a dispetto persino della fumata in se stessa.
Un sigaro old-style, sufficientemente complesso ma con una espressività peculiarmente unica, motivo questo per non essere magari pienamente gradita da tutti. Oggi come oggi vi sono blend più spiccatamente vari e divertenti, oltre che economici, ma reputo il Lonsdale comunque una fumata da provare nonchè degno portavoce della filosofia Davidoff che ha come unica controindicazione lo staccare un biglietto dal costo non proprio “economico”.