2015

Camacho Criollo Gigantes

Camacho-Criollo-Gigantes
Honduras

Honduras

MEDIUM-FULL body

Intensità MEDIUM-FULL

Costo medio alto

Costo medio alto**

**medio alto: da 10 a 15€

Ring Gauge 54

RING GAUGE 54

Complessità Medio Alta

Complessità Medio Alta

Fumata di lunga durata

Fumata di lunga durata*

*lunga: oltre 90 min

Lunghezza

  • 6 1/2″ / 165 mm

Anatomia

Fascia Criollo 98 (4th Priming)
Sottofascia Authentic Corojo Honduras
Ripieno Honduras Criollo e Piloto Cubano Dominicano

 

Valutazione

ECCELLENTE

Eccellente

La fumata

Durante l’impero ottomano si narra che per gli angoli delle strade di Palermo si sentivano le voci dei ragazzi che alla vista dei marinai turchi gridavano “mamma li turchi” come per dire ammazziamoli. Nel tempo questa affermazione ha assunto anche caratteristiche ironiche come a indicare qualcosa che stupisce, che merita veramente ed è sotto questa accezione che nasce il titolo di questa recensione.

Un sigaro che ci ha letteralmente sorpreso, e con “ci ha” intendo ovviamente me e Giuseppe, mio fido compagno di fumata, fin dal primo esame a crudo. Cosa abbiamo trovato? Sentori dolci di frutta secca e spezie al piede e note deliziose che ricordano i wafer alla nocciola nelle prime boccate da spento. Sembra realmente di sentirli, li senti in un certo qual modo al piede e li assapori a crudo ed è sotto l’influsso di questi goduriosi effluvi che è nata spontanea l’affermazione “”mamma li turchi”, quasi a esternare la nostra soddisfazione.

Sarà il caldo ofoso di questa notte di luglio? Può essere ma questo toro gordo sembra proprio elevarsi al di sopra degli altri moduli della linea e di molti altri in commercio. Valutazione personale? Certo ma visto che a scrivere sono io… prendere o lasciare, provatene uno e poi giudicherete.

All’accensione il sigaro emana un fumo profumatissimo di pane e spezie dolci snocciolando in breve tempo un’invidiabile complessità aromatico/gustativa. Atipica perfino perchè il pepe a cui siamo abituati con questi tabacchi qua è addomesticato in sottofondo, se ne avverte lieve la presenza ma ha solo funzione di contorno.

Per il resto c’è di tutto, cacao, terra, legno, spezie, una nota piacevolissima amaricante che per certi versi ricorda il gusto dell’amaro del cervo, lo Jagermeister, e la fumata si avvia verso una pienezza rotonda, complessa e omogenea davvero intrigante.

Mentre gongoliamo soddisfatti fra un puff e l’altro Giuseppe conia una definizione perfetta (d’altronde non è il “boss” della banda per caso), è tutto ma non troppo di tutto. Si rivela dolce ma non risulta stucchevole, si rivela cremoso ma non troppo, si rivela tonico ma non soverchiante.

In questa sua rotondità stemperiamo lo stress e il disagio che l’afa regala e placidamente ci immergiamo nel solito chiacchiericcio e battutacce da caserma. Malgrado totalizziamo un’età da far invidia ad una testuggine gigante delle Galapagos, la sindorme di Peter Pan prevale e le stupidate fuoriescono a getto continuo. Ma ora torniamo al sigaro… se lo merita.

In retroinalazione è fantastico, una carrellata infinita di dolcezza quasi disarmante mentre l’assenza del pepe regala il palcoscenico alla nocciola. Al momento una meraviglia organolettica pura e semplice che assume sempre più una densità quasi masticabile che a me piace da impazzire nei sigari.

Ci ritroviamo nel regno delle spezie dolci e della morbidezza, e la nota amaricante degli inizi scompare del tutto. Una fumata che sazia e satura il palato e quando arrivano note più tostate e di caffelatte siamo arrivati allo “sweet spot” del sigaro, al suo punto G caratterizzato da un’esplosione di cacao e caramello.

Paragonato agli altri moduli della linea si rivela indubbiamente più pacioccone e godibile.

Quando tornano le note di pane, a cui si aggiunge qualcosa che ricorda il lievito, la fumata si fa più maschia e balsamica. L’emergere deciso del pepe (finalmente), l’ingresso di note di pelle e spezie sull’onnipresente dolcezza fruttata cambiano decisamente il panorama, pur restando alle prese con un sigaro rotondo e morbido.

Giuseppe in preda ad una sorta di “allucinazione dell’estasi”, come un novello profeta fumoso, esterna la “parola di Giuseppe secondo i vangeli fumosi”… in un perimetro di dolcezza si innestano tutte le note aromatiche. Tiè, ciàpa e porta a casa miscredente di un lettore!

Devo risentire anch’io dell’effetto allucinogeno di Giuseppe perchè ora mi sembra di percepire “marshmallow”, quei cilindretti di zucchero morbidi e colorati che puoi anche scaldare sul fuoco per caramellarli e che sono l’alleato migliore del dentista… cariano i denti anche solo a guardarli.

Ripresomi dai deliri mi immergo in quella che definirei la fase Criollo della fumata, una parte finale dove ritrovo maggiormente il caratterino tipico di questi tabacchi. Ci voleva oserei dire per completare una crociera fumosa proiettando il fumatore nel regno della tonicità e del pepe, del caffè, delle spezie con un effetto globale torbato invidiabile.

Penso di avervi raccontato tutto, che dirvi ancora? Solo che abbiamo abbandonato il mozzicone, oramai ingestibile, a malincuore nel posacenere.

Quando una fumata sazia e soddisfa così si vorrebbe non finisse mai…

AUTORE

Andrea Zambiasi

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