2015

Aging Room M356ii Presto

Aging-Room-M356ii-Presto
Rep-Dominicana

Rep. Dominicana

MEDIUM-FULL body

Intensità MEDIUM-FULL

Costo basso

Costo basso**

**basso: meno di 7€

Ring Gauge 48

RING GAUGE 48

Complessità Medio Alta

Complessità Medio Alta

Fumata di breve durata

Fumata di breve durata*

*breve: meno di 60 min

Lunghezza

  • 4 1/2″ / 114 mm

Anatomia

Fascia Habano Ligero Dominicano
Sottofascia Rep. Dominicana
Ripieno Rep. Dominicana

 

Valutazione

ECCELLENTE

Eccellente

La fumata

Dietro questo sigaro vi è la Boutique Blends Cigars, di Rafael Nodal e Hank Bischoff, il cui “core-business” è lo sviluppo di linee di sigari a tiratura limitata, scegliendo partite di tabacco con cui non è possibile avviare una produzione numericamente consistente e continuata nel tempo.

Gli Aging Room M356 così come i nuovi Aging Room Quattro F55 sono parte di questi progetti, ma il sigaro fumato riportava sulla fascetta la sigla “M356ii” di cui non ero a conoscenza. M sta per Monday (lunedi) mentre 356 indica il giorno dell’anno in cui il blend è stato sviluppato, fin qua nulla di nuovo, ma le due lettere “ii” cosa diavolo significano?

Cerco nel web e finalmente arrivano chiarimenti, ii sta per seconda versione del blend M356 sviluppato nel 2011. Perseguendo la filosofia small-batch la linea era arrivata a fine surplus di tabacco, precisamente per uno dei tabacchi del ripieno, così decisero di ricercare altro tabacco “simile” e trovarono una foglia identica ma di una annata differente. Questa seppur piccola differenza ha generato comunque dei cambiamenti così Nodal e Bischoff, correttamente, hanno deciso di rinominare la linea M356ii ovvero seconda versione.

 

Malgrado non sia amante delle edizioni limitate ne delle tirature limitate devo ammettere che sono rimasto sinceramente colpito da questa fumata, fin dal primo approccio a crudo. Se mai dovessi descrivere come un sigaro possa e/o debba intrigare un fumatore, addirittura da spento, utilizzerei questo M356ii come esempio.

I meno avveduti potrebbero liquidarlo a crudo come pepe, spezie e legno ma se si ha l’accortezza di indugiare qualche altro attimo ecco che si può arrivare a percepire note più zuccherine, che ricordano i biscotti, il cioccolato al latte ma anche la pelle e una punta di liquirizia. Straordinario a mio avviso sotto questo aspetto, una coccola sensoriale che mi entusiasma letteralmente e sarebbe peccato perderla per la troppa fretta.

Una volta acceso la partenza è altrettanto strana, un benvenuto dolce su note di legno e con una spiccata componente speziata atipica e difficile da delineare. Questo saluto iniziale non dura moltissimo, è veloce e caloroso come un incontro fra vecchi amici ma ben presto la dolcezza si acuisce ad un livello che definirei commovente e per certi versi complesso.

Mi pare di avvertire sfumature di miele, di pelle, di liquirizia, di zenzero, di cannella su un fondo nocciolato godurioso, una sorta di caramella “mou” altamente speziata. Un dolce ricordo della mia infanzia a cui ho cancellato però la parte meno bella, la nota dolente, il fatto che mi cariavano i denti da bambino.

Ripensandoci bene forse ero io a non lavarmeli poi così bene, ma chi ama auto-accusarsi? Andiamo… siamo esseri umani e dobbiamo riversare altrove le cause e le colpe delle nostre disgrazie così… tutta colpa di quelle “stramaledette” caramelle, però… però erano anche stramaledettamente buone! Come questo sigaro.

La fumata si rivela al momento leggera ma elegante, una sorta di valchiria caraibica molto, molto sensuale e con quel tanto che basta di piccantezza “trasgressiva”, regalata dal pepe in retroinalazione, peraltro ben mascherata nel resto.

Proseguendo nella mia scampagnata fumosa noto che le spezie pian piano acquistano note più balsamiche e pungenti ma tutto viene compensato, imbrigliato da una cremosità mielosa davvero notevole. Note di terra si acuiscono assieme al caffè e al caramello che a questo punto da comprimario assume un ruolo primario dominando l’espressività globale.

Second time with @agingroomcigars M356…love it!

Una foto pubblicata da Andrea Zambiasi (@zambiasiandrea) in data:

Ora il sigaro si fa anche tostato e subentrano perfino note che ricordano il pane. In questa fase lo assaporo lentamente e lui si schiude su una notevole complessità globale e su una piacevolezza al di sopra della media senza mai scomporsi ne sbilanciarsi. Gongolo sul serio ad ogni boccata e resto stupito da quanto si riveli vario e divertente, a tal punto che non mi accorgo nemmeno del fatto che stia piovendo.

Come ogni momento felice però termina e arriva anche la sua controparte negativa. Non dovuta al sigaro in questo caso, ma alla maledetta pioggia che in men che non si dica si trasforma in un diluvio universale, con tanto di uragano al seguito che comincia a sferzarmi, bagnarmi e strapparmi via ogni minima particella aromatica. In questi frangenti il mio stoicismo da “outdoor smokers” viene meno e sono costretto, a malincuore, ad abbandonare il sigaro.

Il vecchio adagio “la fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo” mi sembra quantomeno appropriato in questo frangente ma il giorno dopo il tempo è bellissimo ed io ne approfitto per chiudere la parte mancante di questa recensione che ora vado a raccontarvi. In questa fase della fumata vi è un potente ritorno del pepe, di note che ricordano la nocciola, la crema di caffè, il caramello in un effetto dolce-amaricante che unito al sottofondo esotico di spezie, crea una rara e bellissima alchimia sensoriale.

Mi sta preparando al commiato e lo fa con un finale denso e cremoso, dalla lunga persistenza al palato, un finale che è il regno dell’opulenza e del full-body, dove una prepotente vena caramellata e di liquirizia domina su tutto, per certi versi mi ricorda la panna cotta, mentre il pepe comincia a stuzzicare le labbra. Ora le boccate vanno veramente dosate altrimenti si scompone e diventa pungente nel suo rush finale, va capito e interpretato e se lo farete vi garantisco che arriverete, come sta succedendo a me, a scottarvi le dita!

Una fumata che mi ha letteralmente conquistato e che reputo decisamente più espressiva e varia di quella del Quattro F55 provato.

Un sigaro elegante, complesso, ben strutturato e dotato di una sua peculiare espressività. La somma di tutte queste caratteristiche lo elevano sicuramente al rango dell’eccellenza malgrado capisca che certe sue espressioni possano anche non piacere a tutti.

Non è sicuramente un sigaro “facilissimo”, va gestito e assecondato in alcune fasi della fumata richiedendo però solo un minimo di accortezza. In compenso vi delizierà con una fumata a mio giudizio degna di nota e, cosa buona e giusta, perfino economica.

 

AUTORE

Andrea Zambiasi

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