2013

Cain DAYTONA 660

Cain-Daytona-660
Nicaragua

Nicaragua

MEDIUM-FULL body

Intensità MEDIUM-FULL

Costo medio alto

Costo medio alto**

**medio alto: da 10 a 15€

Ring Gauge 60

RING GAUGE 60

Complessità Media

Complessità Media

Fumata di lunga durata

Fumata di lunga durata*

*lunga: oltre 90 min

Lunghezza

  • 6″ / 152 mm

Anatomia

Fascia Nicaraguan Habano
Sottofascia Nicaragua
Ripieno Nicaragua – Jalapa Valley Ligero

 

Valutazione

MOLTO BUONO

MOLTO BUONO

La fumata

Cain-Daytona-660-2Cain Daytona un nome una garanzia verrebbe da dire, perchè siamo al cospetto di una delle quattro linee del brand Cain, Studio Tobac (parte della famiglia Oliva), brand che nel tempo ha saputo costruirsi una solida fama ed una nutrita schiera di appassionati. Le precedenti linee, Habano, Maduro e F si sono da subito guadagnate la reputazione di sigari di discreto corpo e forza ma la linea Daytona invece si discosta dalla nomea regalando fumate di corpo ma di media forza, molto aromatiche.

Dal sito web della Studio Tobac The Daytona stays true to it’s Cain roots by being a “Straight Ligero” cigar, but Daytona’s ligero is entirely from the Jalapa Valley. The Jalapa ligero is more refined than other ligeros. Jalapa ligero, plus Cain’s triple fermentation, makes Cain Daytona a medium to full-bodied, smooth, rich, and flavorful smoke.

Da un po’ di tempo il Daytona 660 riposava nel mio piccolo humidor, non che non avessi voglia di fumarlo ma ogni volta che lo guardavo accampavo sempre scuse per non farlo, ho poco tempo, lo tengo per un’altra occasione importante, fa troppo freddo o troppo caldo e lui dura troppo a lungo. Che ci volete fare, non ho una predisposizione per i “big” ring gauge e non essendo una muscolosa Tartaruga Ninja mi trovo più a mio agio con diametri inferiori.

Ma oggi è il gran giorno…violentandomi un po’ ed avendo la necessità di completare la pagina con le schede dei Double Toro mi decido finalmente a fumarlo. Grosso è grosso ma è anche bello nella sua veste dorata e liscia, bella la squillante fascetta arancione al piede, tonico e stagno al punto giusto. Me lo rigiro fra le mani per alcuni minuti poi finalmente mi decido ad annusare il piede, gigantesco per altro, ed emergono subito note di pelle, cioccolato e spezie. Yummm, un buon connubio penso fra me e me, recido la testa e comincio a prendere boccate.

A crudo si sente il pepato che stuzzica labbra e palato, cioccolato ed un fondo che mi ricorda la mandorla. Senza indugi comincio a riscaldare il piede, operazione peraltro lunga a meno di non avere fra le mani una fiamma ossidrica, finchè si forma un ottimo braciere e comincio il mio viaggio fumoso con questo gigante.

La prima presa di contatto è sorprendente, parte leggermente asciutto con note di fieno ma di li a poco subentrano sentori che mi ricordano il “pop-corn” e sorrido. Mi sembra di essere al cinema, comodamente seduto, mangiando pop-corn e godendomi la proiezione di un bel film… Non ha mezzi termini nella sua espressione aromatica, non è un sigaro blando ma parte a razzo e, puff dopo puff, il palato viene avvolto da una sensazione pepata sorprendente, quasi un bel piatto piccante in pieno stile Cajun. Nocciola in sottofondo e poi ecco arrivare a gran passi la cremosità che allieta e allevia (scusate il gioco di parole) la componente pepata.

Si rivela un gigante buono, per nulla scorbutico, la sua voce è tranquilla ma possente come si conviene ad un personaggio di tale mole. Dolce di carruba e verso la fine della prima parte arrivano speciali e seducenti sentori di anice e zenzero. Stranamente, e di tabacco ne ha parecchio, brucia velocissimo malgrado io mantenga un ritmo di fumata lento e cadenzato.

Nella parte centrale cambia registro ed è un peccato perchè è come se, timidamente forse per paura di non disturbare troppo, abbassasse il tono della voce. La sua espressione aromatica si restringe compare però pelle, legno e diminuiscono sia le spezie che la dolcezza di fondo che mi allietava alla fine della prima parte. Quei sentori di anice quasi svaniscono relegandosi impercettibilmente in sottofondo, compaiono note tostate più marcate ed il pepe impazza più che mai nel copioso fumo che genera. Fortunatamente arriva un retrogusto agrumato, misto a cioccolato, che diverte ma complessivamente sembra che la parte centrale sia molto più trattenuta della precedente.

Peccato perchè mi stavo godendo la proiezione del film, ma come spesso capita il regista e lo sceneggiatore possono fare degli sbagli, la trama ne soffre e diventa a tratti meno complessa e divertente ma tutto sommato godibile. Arrivo velocemente alla parte finale, per nulla affaticato, ed ecco che la pelle ed il legno si attenuano mentre il tostato ed il pepe impazzano sulle papille e sul palato.

Mi trovo una fumata ancora un volta diversa ma sempre meno entusiasmante degli inizi, rimango a sollazzarmi con le spezie e la terra ma ecco che… sorpresa! Torna la cremosità e la dolcezza che oramai pensavo di aver perduto per sempre, torna anche l’anice che mi ricorda moltissimo i semi che mangiavo a fine pasto in un mio viaggio in India. Mi viene voglia di masticare il fumo da tanto è buono il gusto che permane al mio palato. Il gigante buono non diventa acre ne scorbutico, si fa fumare fino a scottarsi le dita.

Complessivamente un fumata di corpo “medium-full” e di forza media, adatta a tutti e per molte occasioni. L’unico rammarico è che, pur essendo un’ottima porta di ingresso al mondo Cain, si rivela globalmente troppo trattenuto e perde quella “forza” aromatica iniziale che gli spalancherebbe la porta al mondo dell’eccellenza. Fra i Double Toro è sicuramente un buon prodotto ma in commercio in Italia trovo vi siano sigari molto più espressivi e completi… a voi la prova finale.

AUTORE

Andrea Zambiasi

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