2018

Bellas Artes Hybrid Toro

AJF-Bellas-Artes-Toro
Nicaragua

Nicaragua

FULL body

Intensità FULL

Costo medio alto

Costo medio alto**

**medio alto: da 10 a 15€

Ring Gauge 54

RING GAUGE 54

Complessità Medio Alta

Complessità Medio Alta

Fumata di Media durata

Fumata di Media durata*

*media: 60 - 90 min

Lunghezza

  • 6″ / 152 mm

Anatomia

Fascia AJF Hybrid Rojita (Connecticut 8212, Corojo ’99 e Havana 2000)
Sottofascia

Nicaragua Quilali´ Havana ’92

Ripieno Nicaragua (Esteli´, Condega e Jalapa), Honduras, Brasile (Mata Norte viso)

 

Valutazione

ECCELLENTE

Eccellente

La fumata

La linea Bellas Artes nasce nel 2016 come una sorta di opera summa, di celebrazione dell’arte produttiva di sigari premium ovviamente della A.J. Fernandez. Abdel Fernandez non si è certo trattenuto nell’ideazione di questo blend, a cominciare dalla foglia da fascia hybrid che lo stesso Abdel Fernandez chiama Rojita, un incrocio fra sementi Connecticut 8212, Corojo ’99 e Havana 2000 ed è di sua proprietà. Mica cazzi.

Anche il resto dei tabacchi non è da meno e sono un tributo alle maggiori e più famose zone produttive mondiali, alle volte anche meno conosciute come il sottofascia Havana ’92 da Quilali in Nicaragua. Avete l’acquolina in bocca? Io sì!

Bellas Artes Toro

Grazie al boss Giuseppe Stucchi siamo in possesso di due esemplari del Bellas Artes Toro, pronti per la recensione. Documentandomi un po’ in internet, prima della fumata, scopro che il blend si contraddistingue per la sua intensità e tonicità. questo mi crea un leggero stato d’ansia che cerco di mascherare con Giuseppe sotto un velo di finta spavalderia.

Il piede di questo sigaro esala opulentissime note di cacao, pelle e frutta tropicale. Un bengodi suadente e dolce che contrasta con quanto percepisco da acceso. Sì perchè accendere il Bellas Artes scatena una sciabolata pepata e intensa, tanto intensa da chiudermi la gola.

Inavvertitamente sbaglio la prima retroinalazione e del fumo arriva nei polmoni… MINCHIA papà! Perdo la capacità respiratoria e mi si annebbia la vista, nell’ordine succede:

  • le adenoidi cadono al suolo e scappano via guaendo come cani impazziti
  • mi scricchiola la spina dorsale
  • si piegano le ginocchia

debacle totale ma riesco a sopravvivere e riavermi dallo stato di semi incoscienza in cui mi trovavo.

Ridacchio e suggerisco con noncuranza a Giuseppe di provare una retroinalazione, lo vedo trattenere il fumo e divenire paonazzo mentre esala il fumo dal naso. Scoppio in una grassa risata mentre lui cerca di fanfugliare qualcosa vittima della sciabolata pepata, sono perfido lo sò.

1a lezione – andateci piano con le retroinalazioni

Superato l’impatto con questo SUPER biglietto da visita il sigaro, come un motore diesel comincia a scaldarsi e velocemente struttura la sua espressività e aromaticità. Arriva un cocktail di frutta tropicale, legno nobile, spezie dolci, noce, una punta di miele e malto. Insomma davvero tanta roba, da non crederci, e tutto sembra già avvolto da una notevole cremosità, morbidezza e rotondità. Non avverto spigolature, note stonate a parte il suo essere decisamente maschio e pepato al naso.

La superba intensità di aromi e sapori ci accompagna per tutta la prima parte della fumata che pian piano vira verso una piena e potente dolcezza fruttata, con a contorno una notevole cremosità, una sfumatura tostata e frutta secca a guscio. Spezie complesse fanno capolino dal sottofondo.

Verso la parte centrale tutto si amalgama in un mix particolare di liquirizia, malto e créme brulée meravigliosamente buono. Tralasciando queste transizioni sensoriali l’aspetto che più mi colpisce in questo sigaro è che parte già buono e continua a migliorare paradossalmente con il crescere della sua intensità.

Da questo momento viaggia in souplesse regalando una delle più sontuose e stravaganti esperienze fumose da me provate. Attenzione a non sottovalutarlo però, in retroinalazione è sempre catwoman con una discreta dotazione di artigli!

Torna in auge la cremosità e contemporaneamente si forma un fondo cioccolatoso che riveste a lungo il palato, note agrumate si rendono decisamente più evidenti al naso e seppur risulti sempre morbido, armonico ed elegante le spezie e il pepe pompano sempre come un V8 Hemi sovralimentato di una “muscle-car” americana.

Va affrontato tassativamente a boccate leggere, così il felino che si cela in questo blend viene tenuto a bada e si schiude la dolcezza davvero sopra la media. Ingenuamente prendo una boccata piena… stavolta mi saltano i mensichi e si incrinano le caviglie! Lassa stà porca boia, perchè mi auto punisco con queste stronzate? Devo avere una certa propensione all’autolesionismo.

Il finale è al fulmicotone e dotato di un’intensità stellare ed è caratterizzato dal caffè e da un’accentuata sfumatura tostata. Unica pecca in questa fase di chiusura della fumata è una leggera nota amaricante dal sottofondo che alle volte risulta fastidiosa.

AUTORE

Andrea Zambiasi

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