2016

Alec Bradley Family Blend The Lineage Gordo

Alec Bradley the lineage gordo
Honduras

Honduras

MEDIUM BODY

Intensità MEDIUM

Costo medio

Costo medio**

**medio: da 7 a 10€

Ring Gauge 60

RING GAUGE 60

Complessità Medio Alta

Complessità Medio Alta

Fumata di lunga durata

Fumata di lunga durata*

*lunga: oltre 90 min

Lunghezza

  • 6″ / 152 mm

Anatomia

Fascia Trojes Honduras
Sottofascia Nicaragua
Ripieno Honduras e Nicaragua

 

Valutazione

MOLTO BUONO

MOLTO BUONO

La fumata

AB-The-Lineage-GordoQuesta linea Family Blend nasce nel 2014 dalle ceneri di quella originaria del 2009. La prima rendeva omaggio al padre di Alan Rubin, al mitico George Sosa e al suo socio Ralph Montero mentre la seconda e nuova commemora il superamento dell’età legale per poter fumare dei figli di Alan Rubin, Alec e Bradley.

Malgrado il retaggio umano e simbolico di questa linea con il Robusto non è mai scoccata la scintilla dell’amore viscerale, sono senzaltro sigari di pregio ma su di me non esercita quel fascino che me li fa amare a prescindere… almeno fino ad ora, vedremo con questo Gordo.

Una partenza del Family Blend The Lineage Gordo è dolcissima, morbida e pacioccosa. Come nel Robusto si viene proiettati in un universo parallelo dove “dolce” è il cardine attorno a cui tutto si muove. Risulta lievemente pepata su eleganti note di spezie e legno che fa da preludio all’intensificarsi della cremosità e all’ingresso di una nota fruttata alla mela. Mi ricorda le Renette del Trentino con quel loro essere dolci ma anche asprigne, un contrasto particolare che piace o non piace ma le caratterizza.

La fumata acquista una certa carnosità crescente e comincia a strutturarsi divenendo discretamente complessa e direi anche amalgamata tanto che fatico a distinguere nel dettaglio le singole componenti. In questa fase di costruzione della sua ossatura aromatica emergono decise svariate componenti come terra, spezie, carne, frutta, agrumi, cacao, pelle e legno. Una texture decisamente variegata che poggia su una prorompente dolcezza che coccola oltre ogni più rosea aspettativa.

Proprio su quest’ultima lui gioca tutta la prima parte della fumata ma su cui, lentamente, si aggiungono note tostate e caramellate. Una fase indubbiamente pacioccona, gentile, morbida e avvolgente ma anche, sotto certi aspetti, maschia e completa.
Maschia nel suo fumo denso e greve di note animali e carnose anche se affogate in una diffusa dolcezza fruttata più femminile, con a corredo uno stuolo di complesse spezie. Il tutto è da godere perchè riempie la bocca ad ogni puff.

Raggiungo lo Sweet Spot, una goduria al cacao, che coincide con l’ingresso nella parte mediana della fumata. Poi il cacao sembra soccombere nel caramello che avvolge persino il fruttato e le note agrumate di fondo che ora ricordano nettamente la scorza d’arancia con le sue sfumature amaricanti. Il tutto è magistralmente avvolto nella sua coperta di Linus, la cremosità. Una fase dove ogni sorta di sfumatura dolce e cremosa conduce la giostra e rivela una personalità poliedrica, strutturata e discretamente complessa cose queste non così scontate in un formato come il Double Toro.

Rispuntano in prima linea la carnosità e le note di legno ma hanno breve durata. Il caramello e la novità del caffè prendono saldamente le redini avviandomi verso la parte finale della fumata. Finora aromi e sapori crescevano di intensità con una precisione e una costanza degne di un’esibizione delle “Frecce Tricolore”, ma ora sembrano rallentare sensibilmente.

Caramello, caffè e nocciola diventano predominanti scavalcando il resto, compreso il sottofondo dolce e speziato che mi ha fino ad ora accompagnato e perdendo strada facendo la cremosa coperta di Linus.

Quasi alla fine riemergono le spezie, ora più pungenti, e la nocciola acquista una lieve sfumatura al marzapane ma il tutto ha perso lo smalto, la verve che ha caratterizzato fino a questo momento la fumata. Peccato.

AUTORE

Andrea Zambiasi

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